ICARO
di
ANTONIO MIUCCI
“Il Sole ancora alto non è. Solo una luce lieve intorno a me, che confina i contorni delle cose.
Rituali avvolgono il mio corpo. Mai sia il fine ultimo la stabilità, nasco per mutare.
Tutto ciò che è provvisorio, provvede a non essere mai uguale a sé stesso.
È la mia vita provvisoria, provvisoria è la nostra?
La vulnerabilità è forza, se condivisa.
Un ardore di creazione accende un fuoco nella pietra.
Luce nelle ombre del corpo.
Quando penso al mistero della Notte, immagino il mistero della nascita.
Tutto è stella. Io stacco i piedi, trascinato dalle ali. Trascendo.
Dirò a lorsignori che mi trasformo.
Volare sul mondo. I confini non si vedono più.
Conosco la Verità. Il Cielo è l’unico Limite.
Raggiungo l’Altrove e le mie ali non si sciolgono, mi spingono lontano. Sono degno.
Le nuvole si diradano, veli che cadono.
Salto nel vuoto. Una tempesta di desideri.
Mi lascio cadere nell’Acqua, facendomi cullare dolcemente dalle onde: io non mi abbandono, mi trasformo.
Guardo la Luna al crepuscolo, sussurro: “Lasciami prendere l’ultimo respiro”.
Scelgo questo.
Non è più tempo di levigare. È tempo di osare.
Sono un corpo fatto di sogni.
Sono ali che trascinano.
Sono il soffio del vento che impollina la vita.
Dice il poeta: ho abbracciato l’alba d’estate.”