screen on
di
Pietro Belotti
Screen on è il tentativo di un’indagine sulla percezione, quella più immediata, primordiale, forse animale.
Una storia silenziosa che racconta l’origine dello sguardo a partire dalle fotografie che, si diceva ai suoi albori, non possono certo mentire.
Nella ricerca per immagini, Google anticipa una sorta di immagine latente per colmare l’attesa dovuta ai tempi del download. Come anteprima, vediamo delinearsi sullo schermo dei rettangoli colorati, che in Screen on sono stati trasferiti dall’iPad alla carta fotografica a colori grazie a una macchina costruita e progettata appositamente. Creata con legno di compensato tagliato a laser e assemblato con viti, la macchina permette così di stampare a contatto le geografie cromatiche del tablet, in un dialogo impossibile tra un iPad e la carta fotografica.
Mentre si attende che la “vera” immagine compaia sotto gli occhi, si fa strada il sospetto che l’immagine forse si sia già palesata ed è quella di fronte a noi. Lo sguardo si sposta così dall’attesa dell’immagine futura alla percezione dell’immagine presente, fino al pensiero cosciente che stiamo guardando. Ad essere stampato sulla carta allora non è un’immagine, ma l’atto del vedere.